Autorità vs autorevolezza

La differenza tra il capo e il leader

In Giappone vive una comunità di scimmie – i macachi giapponesi (Macaca Fuscata) – con una cultura e delle tradizioni che si tramandano e vengono migliorate di generazione in generazione.
Per favorire lo studio della specie, negli anni ‘50 alcuni ricercatori lasciarono sulla spiaggia delle patate dolci, di cui le scimmiette erano particolarmente golose.

Un giorno la piccola macaca giapponese Imo scoprì che anziché strofinare via la sabbia, poteva pulire le patate immergendole nell’acqua di mare e che questo le insaporiva anche. 
Gradualmente, sia i compagni piccoli che quelli adulti, incuriositi, iniziarono a imitarla, finché l’usanza fu adottata nell’intero branco, ad esclusione degli anziani – più diffidenti verso le novità e più saldamente ancorati alle abitudini.

I membri che guidano il gruppo

Questo fatto apparve piuttosto strano agli occhi degli etologi, in quanto Imo oltre ad essere una scimmietta molto giovane, non apparteneva a un rango elevato. Infatti, negli animali sociali, solitamente sono i membri eminenti o i più esperti del gruppo (maschi o femmine che siano) a guidare i subordinati: 

  • garantiscono loro protezione;
  • dirigono i comportamenti collettivi (di attacco, difesa, ricerca del cibo, riproduzione, ecc.); 
  • stabiliscono le norme e i criteri di priorità (“valori morali” come la difesa dei piccoli);
  • assegnano i ruoli.

In questo modo, formano un insieme ordinato di seguaci dai quali ottengono obbedienza, rispetto delle regole, fiducia, ammirazione e volontaria subordinazione (eccetto, naturalmente, qualche sporadico caso di ribellione), perché ognuno dei gregari sarebbe in teoria libero di lasciare il branco in ogni momento, scegliendo la solitudine.

Tuttavia, contrariamente all’apparenza, il caso anomalo di Imo non contraddice questa regola, perché la piccola scimmietta esploratrice aveva fornito ai compagni solo un’utile informazione, che si diffuse semplicemente per imitazione, tramite un processo individuale di tentativi ed errori dettati dall’istintiva curiosità, senza che venisse esercitata qualsiasi vera azione di negazione dello status quo o di minaccia diretta nei confronti della gerarchia del branco.Allo stesso modo, però, la piccola Imo aveva in questo frangente acquisito il ruolo di leader. 

Differenza tra il capo e il leader

Questa considerazione è utile soprattutto se non è chiara la differenza tra il concetto di “capo” e quello di “leader”, che non sempre convivono nella stessa persona. Infatti, il leader non soltanto deve dimostrare una visione chiara e incrollabile rispetto ad un obiettivo condiviso o funzionale per il gruppo, ma deve anche essere in grado di guidare le i membri del gruppo nel percorso di apprendimento, dando l’esempio nelle attività di cui è esperto, pur avvalendosi senza timore di collaboratori più esperti in compiti più specifici. 

In questo modo dimostrerà il coraggio e la fiducia che chiede agli altri, cedendo temporaneamente o parzialmente una posizione di preminenza. Questo permette di ottenere sufficiente prestigio e credibilità per essere ascoltato con attenzione e seguito con fiducia nel percorso di scoperta, crescita psicologica e maturazione etica delle persone.

Azioni efficaci e funzionali in azienda

Dalla storia di Imo possiamo trarre un insegnamento molto importante per l’azienda. 
Per mettere in campo un’azione efficace e funzionale all’interno dell’azienda, qualsiasi persona in posizione di potere – che aspira ad essere leader – deve essere capace di esercitare l’autorevolezza del capo branco anziché l’autorità che il suo ruolo formalmente gli attribuisce, ma solo per ciò che riguarda gli aspetti organizzativi ed esecutivi funzionali al suo mandato.

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Roberto è il responsabile dei progetti di formazione di People Group. Formatore, appassionato di neuroscienze e Guida Canyon, è sempre alla ricerca di nuovi modi per conoscere e interpretare la realtà che ci circonda. Per comunicare con l’autore: roberto@peoplegroup.it

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