La realtà è una fake news

Perché ci piace credere a qualsiasi fandonia, comprese quelle che ci raccontiamo da soli

Il mondo che vediamo è una fake news. Oppure no? L’alternatinva è che potremmo essere tutti un po’ solipsisti.  Ma si può essere solo “un po’ solipsisti”? 
Giusto per chi sente la parola per la prima volta, il solipsismo è una corrente di pensiero che ipotizza che la realtà circostante, comprese le altre persone, sia una mera rappresentazione della nostra mente.
Se partiamo da questa prospettiva, si potrebbe arrivare facilmente a un evidente paradosso, ben illustrato da una domanda, che diventa quasi un ossimoro:

 «Non esiste alcuna certezza» è una certezza?

Al nostro cervello piace immaginare

La mente umana, anche e soprattutto nelle persone più logiche e razionali, ha un elevatissimo tasso di creatività. Quando entriamo in contatto con una informazione, la nostra mente la prende, la spezzetta, la trasforma in impulsi elettrici, la porta in zone specifiche del nostro cervello, la rielabora, la ricostruisce, gli dà un significato in base alle nostre esperienze passate, e poi ci dà un risultato percettivo che rappresenta la sintesi di quello che i nostri sensi hanno colto.

Essendo poi un grande pigrone (si fatica un bel po’ a fare tutte queste cose), una volta fatto tutto questo lavoro, cerca di ricondurre tutte le informazioni nuove, ma simili, a quel percorso già tracciato. E qui nascono le più varie e divertenti distorsioni della realtà, in gergo biasHo provato a illustrare in maniera semplice alcuni di questi processi in questo articolo del blog.

Tutto questo percorso mentale, inoltre, non deve prevedere buchi o intoppi: dove c’è qualche informazione mancante, la riempiamo subito con quello che abbiamo a nostra disposizione, di solito in maniera abbastanza fantasiosa. Quante masturbazioni mentali ci facciamo quando ci aspettiamo di essere informati su qualcosa, ma non riceviamo nessuna comunicazione? Le informazioni mancanti ce le mettiamo noi; di solito non sono vere, ma ripetendocele in continuazione, diventano la nostra nuova realtà.

Le fake news sono le vere news

Come è possibile che notizie parzialmente false, o addirittura completamente inventate, riescano a diffondersi in modo molto più efficace di ciò che consideriamo vero? Questo in parte è dovuto al fatto che le fake news sono molto più divertenti, ingaggianti, coerenti e in linea con quello che il nostro cervello cerca: la conferma delle nostre masturbazioni mentali o un’idea semplice che spieghi il “segreto rivelato”.

Un articolo di qualche anno fa spiega in modo semplice il funzionamento di questo meccanismo. Senza entrare troppo nei complessi meccanismi che determinano la nostra percezione, la cosa essenziale da sapere è che ci sono diversi elementi che si rafforzano l’uno con l’altro per darci l’idea di una realtà quanto più stabile e rassicurante.

Il meccanismo del “pre-giudizio” interviene per primo per determinare se una situazione nuova è una minaccia per la nostra sopravvivenza (e in questo siamo portati ad essere prudenzialmente pessimisti). Una volta assegnato un valore a quella situazione o a quella persona, il nostro cervellino provvede ad utilizzare l’attenzione per far entrare solo le informazioni coerenti con l’idea che ci siamo già fatti in modo automatico – il cosiddetto bias di conferma; così si fatica di meno rispetto al dover mettere ogni volta in dubbio le nostre convinzioni.

Se immaginiamo l’attenzione come una sorta di paratia che si apre e si chiude per selezionare quante informazioni possono entrare nel nostro sistema percettivo, possiamo avere un’immagine, imperfetta ma semplice, del funzionamento di questo meccanismo che permette di non sovraccaricare la nostra mente.

La ciliegina sulla torta, poi, ce la mettono le nostre emozioni, che colorano e danno spessore alle esperienze che influenzano in modo pesante la nostra realtà. Per rendersi conto di quanto conta quest’ultimo punto, basta farsi due chiacchiere con un bambino di 4-5 anni. Ancora digiuno di un bagaglio di esperienze importanti, la sua rappresentazione della realtà sarà molto diversa dalla nostra; non solo: possiamo in questo modo avere prova diretta del potere immaginifico della mente.

Quindi meglio non avere esperienze ed essere ignoranti? Assolutamente no. 
L’importante è avere la consapevolezza di quanto le esperienze, nel bene e nel male, influenzano il percorso e il significato di quella sequenza di impulsi elettrici che contribuiscono alla rappresentazione della “nostra” realtà… solipsistica.

Condanna o superpoteri?

Se nulla è vero, perché esistiamo?
Non sono un filosofo e non intendo addentrarmi in un campo affascinante ma troppo scivoloso. Quello che posso fare, però, è portare il discorso ad un livello pratico per trasformare meccanismi spesso al di fuori del nostro controllo, e affinati da milioni di anni di evoluzione, in dei veri e propri superpoteri.

Conoscere questi meccanismi può avere un impatto concreto e positivo sulle nostre relazioni private e professionali, sulle decisioni che prendiamo e perfino sul nostro fatturato.

In momenti di profonda transizione, come quella che stiamo vivendo, avere la capacità di scardinare meccanismi e abitudini, poco dispendiose ma inefficaci ad affrontare nuove situazioni, porta ad un vantaggio competitivo enorme in termini di creatività, capacità di adattamento e decision making.

  1. Fai qualcosa di nuovo ogni giorno
    Questo è un allenamento gratuito e molto efficace per imparare a cambiare prospettiva e vedere le cose da altri punti di vista. Spesso le cose nuove fanno molta più paura quando le pensiamo, piuttosto che quando le facciamo.
  2. Non credere a tutto quello che pensi
    Una parte del pensiero e delle credenze che ci costruiamo è artefatto e automatico. Proviamo a mettere in dubbio noi stessi; facciamoci domande scomode; confrontiamoci con gli altri; ascoltiamo i nostri nemici; allontaniamoci da chi ci dà sempre ragione.
  3. Ascolta la vocina
    Impariamo ad ascoltare le nostre intuizioni. Sembra esattamente il contrario del punto precedente; e lo è! Se il pre-giudizio ha passato l’esame dell’evoluzione e ci ha permesso di arrivare al vertice della catena alimentare, allora forse ha funzionato bene. L’intuizione è parte integrante dei nostri processi mentali. Impariamo ad usarla al meglio mettendola in equilibrio con i nostri sistemi più razionali. Myers definisce l’intuizione come “La capacità di un sapere diretto, immediato che precede un ragionamento analitico; vogliamo sprecare questo superpotere?

Ma è difficile… è faticoso…
Sì, molto.
Buon allenamento!

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Roberto è il responsabile dei progetti di formazione di People Group. Formatore, appassionato di neuroscienze e Guida Canyon, è sempre alla ricerca di nuovi modi per conoscere e interpretare la realtà che ci circonda. Per comunicare con l’autore: roberto@peoplegroup.it

Photo Credit:  Nijwam Swargiary