Le scimmie picchiatrici e la cultura aziendale

Le fake news della formazione

Aneddoti e metafore vengono usati spesso nelle sessioni di formazione per visualizzare situazioni immediatamente riconoscibili, che possono rappresentare un modello positivo, da emulare; o negativo, da evitare.

Tempo fa mi sono imbattuto nella storia delle scimmie che picchiano le altre scimmie; una storia accattivante le cui radici sembrano affondare in un esperimento scientifico, descritto dallo scrittore e saggista Michael Michalko, che voleva dimostrare come l’influsso della cultura influenza il nostro comportamento in maniera inconsapevole.

L’esperimento

L’esperimento consisteva nell’addestrare 5 scimmie a non prendere la banana, che si trovava all’interno di una gabbia, posta alla sommità di una scala, utilizzando una serie di rinforzi negativi.

In sostanza, ogni volta che una scimmia cercava di salire la scala per raggiungere la banana, le altre scimmie ricevevano una doccia gelata.

Questo portò le scimmie ad attaccare in modo violento la scimmia che tentasse di salire la scala. Successivamente, eliminata la doccia gelata, le scimmie sono state sostituite, una ad una. Ogni volta che la nuova scimmia, ignara delle conseguenze, si avvicinava alla scala, erano botte, nonostante il fatto che, dopo varie sostituzioni, le nuove scimmie non avessero ricevuto la doccia gelata. 

Le scimmie si erano quindi adattate e avevano assimilato la cultura prevalente, senza una valida motivazione diretta.

Perché lo fai?” avrebbe potuto chiedere un osservatore se le scimmie avessero potuto parlare. “Non lo so. Lo fanno tutti!

Non è la metafora perfetta per spiegare alcuni assurdi comportamenti che avvengono all’interno delle aziende, sotto l’influsso di sub-culture che si adagiano su quella emulazione incondizionata che schiaccia lo spirito critico?

Sembra quasi la conferma rivisitata del famoso esperimento di Asch sul conformismo.

La cosa più interessante di questo racconto è che è completamente falso!

Le origini del falso

L’esperimento da cui il racconto di Michalko avrebbe preso forma deriva da una ricerca del 1967 del primatologo Stephenson, che effettivamente addestrò delle scimmie alla manipolazione condizionata di oggetti, ma nulla che avesse a che vedere con una scala e una banana, in un setting e con delle reazioni sostanzialmente diversi da quelli descritti nella storia.

C’è anche chi dice di averla trovata prima della pubblicazione di Michalko.

Questo prova la grande capacità delle notizie false di diffondersi in modo virale al di là della veridicità dei contenuti.

Se poi aggiungiamo a questo meccanismo il fenomeno del “telefono senza fili” e la tendenza all’omologazione, che spesso il formatore e il guru di turno generano, capire se le informazioni e la conoscenza, su cui crediamo di basare le nostre decisioni, sono verosimili rischia di diventare un’impresa. Non perché non si possa fare, ma per le caratteristiche intrinseche dei flussi di informazioni che ci investono, basati spesso sulla viralità piuttosto che sull’analisi delle fonti.

Non vi nascondo che anche io, la prima volta che sentii  questa storia da un motivatore rampante su youtube, ci ero quasi cascato. Salvai il video per poter studiare meglio la storia e usarla in contesti di formazione. Per fortuna (o per scrupolo), volli approfondire la questione e scoprii la sorpresa.

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Quanto è corretto un comportamento del genere da parte di un autore, di un formatore o di un divulgatore?

Al di là del fatto in sé, che potrebbe anche essere stato ispirato da finalità benefiche – ti voglio spingere allo spirito critico – il fenomeno diventa paradossale se pensiamo che raccontare una storia falsa come se fosse vera, fa leva proprio sulla mancanza di spirito critico.

A mio avviso, commentare e interpretare un esperimento scientifico (corretto fino a quando qualche altro scienziato non ne dimostra la fallacia) è una cosa, raccontare storie false entra nel reame della manipolazione. E se la cosa diventa pubblica, non fa un granché bene alla formazione.

Fonte: https://bit.ly/3wJPYa3

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Roberto è il responsabile dei progetti di formazione di People Group. Formatore, appassionato di neuroscienze e Guida Canyon, è sempre alla ricerca di nuovi modi per conoscere e interpretare la realtà che ci circonda. Per comunicare con l’autore: roberto@peoplegroup.it

Photo Credit: David Clode