Experience vs Awareness

Esperienza vs Consapevolezza. Tu cosa preferisci?

Mi sono spesso chiesto come la percezione “olfattiva” di un cane crei una sua realtà che io non potrò mai apprezzare (e tralascio la mia allergia alla polvere!). Quanto possiamo arricchire la nostra esperienza di percezione migliorando e allenando la nostra consapevolezza?

Come fare? Nel magico e variegato mondo dell’apprendimento, spesso si vive una contrapposizione tra teoria e pratica o tra consapevolezza (awareness) e esperienza reale. Cosa conta di più? Ad uno sguardo superficiale, può succedere di considerare i due elementi come poli opposti. Quante volte ti è capitato di avere a che fare con persone che sembrano molto preparate in teoria, ma che sembrano inette quando devono fare qualcosa?

Pensaci bene, però. Non ti è capitato, allo stesso modo, di avere a che fare con persone che nonostante abbiano vissuto tantissime esperienze e che dovrebbero essere preparate ad affrontare qualsiasi cosa, vanno in crisi di fronte a cose banali, oppure continuano a fare gli stessi errori?

Uno dei modelli più semplici e interessanti, che ci può dare una mano capire cosa succede, è uno schema di apprendimento illustrato da David Kolb. Senza entrare nel merito tecnico del suo modello (ci sono testi molto approfonditi sull’argomento), quello che mi pare interessante rilevare è il fatto che esperienza e consapevolezza fanno parte di uno stesso insieme, e che entrambe sono necessarie per acquisire nuove competenze.

Questa prospettiva ci può aiutare a risolvere conflitti all’interno del nostro team di lavoro, a far fruttare investimenti di formazione, a far crescere le persone e, soprattutto, a crescere anche noi come persone. In che modo?

Nell’apprendimento di qualsiasi nuova competenza abbiamo due meccanismi che si intrecciano e si alimentano a vicenda.  Da un lato dobbiamo creare nuove connessioni cerebrali che permettano di eseguire un compito, un nuovo movimento o una qualsiasi abilità. Queste connessioni, all’inizio, sono temporanee e delicate, per poi diventare – con la ripetizione – sempre più stabili, veloci e precise. Le abitudini si formano più o meno in questo modo, basti pensare alla nostra capacità di guidare. Dall’altra parte, per riuscire a essere efficace, il nostro cervello è sempre alla ricerca di un senso da dare alle cose. Per facilitare questo processo usiamo delle categorie automatiche che assegnano un valore a ciò che vediamo e sentiamo. Apprendere significa anche utilizzare in modo diverso questi contenitori e cominciare a pensare, come direbbero quelli bravi, “out of the box”.  

Per fare questo potremmo aver bisogno di studiare un problema, prima di testarne l’applicazione pratica; oppure di sperimentare e poi raccogliere i risultati; oppure di osservare fino a quando non ci sentiamo sicuri di quello che dobbiamo fare; oppure di agire senza starci troppo a pensare.

Come scegliere? Non c’è una risposta unica. L’unica certezza che abbiamo è che dobbiamo utilizzare entrambe le modalità in un punto o nell’altro del processo. Ma conoscere a priori l’impatto percentuale di uno o dell’altro, è impossibile.

In alcuni casi, agire e poi riflettere sull’azione può essere il metodo migliore. È il caso della guida: non puoi imparare a guidare in teoria e non capirai mai quanto è facile o difficile fino a quando non lo fai.

In altri casi, è necessario avere delle conoscenze di base e consapevolezza dei rischi prima di sperimentare. È, ad esempio, il caso della subacquea. Non si può pensare di mettere un erogatore in bocca e immergersi se prima non si hanno un minimo di conoscenze teoriche sulle leggi della fisica e della fisiologia.  La migliore consapevolezza può addirittura cambiare drasticamente la qualità di quello che stiamo vivendo.

In ogni caso, il miglior apprendimento non è altro che una continua e frequente alternanza di due modalità che sono due facce della stessa medaglia.

Tu come preferisci apprendere?

Experience vs Awareness: esperienza vs consapevolezza, tu cosa preferisci? 1
Roberto è il responsabile dei progetti di formazione di People Group. Formatore, appassionato di neuroscienze e Guida Canyon, è sempre alla ricerca di nuovi modi per conoscere e interpretare la realtà che ci circonda. Per comunicare con l’autore: roberto@peoplegroup.it

Photo credits: Mario Dobelmann